Se si dovesse chiedere a qualcuno di menzionare un simbolo di Venezia, è verosimile che la maggior parte delle risposte indicherebbero il Leone di San Marco, rappresentazione associata alla città lagunare in quanto simbolo del patrono e riportata sulla bandiera fin dal tempo della Repubblica di Venezia. Non mancherebbero certamente altre risposte, vedendo un simbolo nel Ponte di Rialto, nella Basilica di San Marco o magari nell’iconico profilo della gondola. Difficile peraltro essere contrari: una città unica come la capitale veneta, fra le mete storicamente preferite dai flussi turistici nazionali e internazionali, non può che essere ricca di aspetti altrettanto unici, che ben si prestano a essere considerati simboli. Tra questi, tendenzialmente meno ricordati rispetto ai precedenti, figurano senz’altro i palazzi: l’architettura veneziana, giocoforza un unicum ingegneristico, ha nel corso dei secoli prodotto delle vere e proprie opere d’arte urbana. Abitazioni con portali che affacciano sull’acqua, edifici commerciali e residenziali, opere capaci di affascinare artisti di ogni epoca ma, oggi, spesso trascurati a favore delle più note strutture veneziane. Eppure, i palazzi cittadini sarebbero in grado di raccontare, da soli, buona parte della storia di Venezia.

I più importanti palazzi residenziali erano e ancora oggi sono chiamati Ca’. Abbreviazione per casa, tendenzialmente erano seguiti dal cognome della famiglia proprietaria: ovviamente si trattava sempre di famiglie benestanti, capaci di finanziare la costruzione di palazzi sontuosi che, nella loro apparenza, testimoniassero la posizione sociale del proprietario. Non a caso, la facciata più elaborata era sempre rigorosamente quella sulla via d’acqua, vera e propria vetrina cittadina. Uno dei migliori esempi è senz’altro Ca’ d’Oro, che fa eccezione alla regola dei cognomi per il fatto che deve il suo nome a una particolarità architettonica: la sua facciata, sul Canal Grande a Cannaregio, era decorata proprio con elementi dorati. Voluto nel XV secolo da un membro della famiglia Contarini, una delle più abbienti e antiche del patriziato cittadino, la facciata ne testimoniava la posizione sociale proprio tramite lo sfarzo delle pitture dorate, oggi scomparse. Al giorno d’oggi è sede museale e ospita la Galleria Franchetti.
Sempre a Cannaregio si affaccia sul Canal Grande anche Ca’ Vendramin-Calergi, palazzo costruito dalla famiglia nobile dei Loredan, esponenti della quale arrivarono anche a essere Dogi. Il nome odierno, che non richiama la famiglia costruttrice, deriva dai cognomi di proprietari subentrati nel ‘700: questi hanno finito per legare il proprio nome anche al casinò cittadino. Se oggi la roulette è protagonista online, grazie a operatori specializzati che ne fanno il prodotto di punta dell’offerta, non va dimenticato che la sua storia è iniziata ben prima dell’era digitale: il palazzo ospita fin dagli anni ’50 lo storico casinò comunale, la più antica casa da gioco del mondo che, tra le varie sedi, annovera Cà Vendramin – Calergi come sicuramente la più affascinante. La struttura è anche sede museale: ospita infatti le Sale Wagner, una collezione di oggetti legati al celebre compositore tedesco che morì nel 1883 a Venezia e proprio nel palazzo, del quale aveva affittato un piano.

Altra architettura tipica veneziana, come di varie città marinare mediterranee, è poi il fondaco. Edificio principalmente commerciale e alberghiero, era pensato come punto d’appoggio per i mercanti che giungessero in città: questi potevano depositare nei magazzini della struttura le proprie merci e, allo stesso tempo, alloggiare nelle parti residenziali. A Venezia ancora ne rimangono alcuni, il più iconico dei quali è senz’altro il Fontego dei Turchi: costruito nel XIII secolo nel sestiere di Santa Croce e opportunamente affacciato sul Canal Grande, deve il suo nome al fatto di essere stato utilizzato per le esigenze dei mercanti orientali. Altre strutture simili sono l’adiacente Fontego del Megio, dedicato allo stoccaggio del miglio che in dialetto veneto è chiamato proprio megio, e Fontego dei Tedeschi, vicino al Ponte di Rialto e che serviva commercianti di lingua tedesca. Anche il Fontego dei Turchi, oggi, è sede museale: ospita infatti il Museo di Storia Naturale.
Ha mantenuto il nome dei costruttori invece Ca’ Pesaro, terminato nel ‘700 e voluto dall’omonima famiglia nel sestiere di Santa Croce. Affacciato anch’esso sul Canal Grande, rappresenta uno dei palazzi cittadini più imponenti e soprattutto più iconici, per il suo stile barocco che lo distingue dagli altri edifici veneziani. Le dimensioni del palazzo lo hanno reso sede sufficiente a ospitare ben due musei: nelle sue sale trovano infatti spazio sia la Galleria Internazionale d’Arte Moderna, in continuità con le passioni artistiche di uno degli ultimi proprietari privati, e il Museo d’Arte Orientale.